Purnea, India: emergenza alluvione
Nella notte tra il 12 e il 13 agosto 2017 tutta la zona di Purnea (nel Bihar, nord dell’India) è stata colpita da un’alluvione causata dalle forti pioggie monsoniche dei giorni precedenti in Bangladesh e Nepal. Di notte, senza corrente elettrica, è stato difficile mettersi in salvo dall’acqua che saliva e invadeva case, scuole, officine… Si tratta di una zona in cui il Gruppo India sostiene diverse missioni e scuole: oltre ai programmi di adozione-borse di studio (che qui coinvolgono circa 200 ragazzi), abbiamo aiutato una scuola installando un generatore, scavato pozzi, cambiato la fisionomia di un villaggio… tutto grazie all’affetto e al sostegno di molti benefattori.
La notizia del disastro ci è giunta in ritardo, complice anche il periodo estivo, e comunque altri sono più preparati e attrezzati di noi per intervenire immediatamente in caso di emergenze. Abbiamo rilanciato l’appello nella circolare di Autunno, impegnandoci a portare aiuto nella fase di ricostruzione e ripresa. Ancora a inizio ottobre, la situazione descritta da fr. Francis Tirkey era sempre molto grave:
“Grazie per la vostra preoccupazione per le persone colpite dall’alluvione qui a Purnea. La vita dopo l’inondazione è più impegnativa per tutti e specialmente per i poveri delle zone rurali. L’entità dei danni aumenta mano a mano che si riesce a raggiungere i villaggi, dove si è perso quasi ogni cosa. Gli aiuti del governo sono limitati e spesso complicati da richieste scritte che ne privano le masse rurali, spesso analfabete. Con i nostri interventi di soccorso, vorremmo raggiungere circa 2.800 famiglie con rifugi di fortuna, acqua potabile e 20 campi medici nei tre distretti di Araria, Katihar e Purnea; 800 famiglie sono già sostenute da un’altra congregazione a Kishanganj.”
A metà novembre si poteva quasi dire conclusa questa prima fase, in cui gli aiuti erano tutti concentrati sulle necessità di riparo, pulizia e assistenza medica nelle aree colpite. Ci scrive ancora fr. Francis: “I kit di riparo e di pulizia contenevano teli cerati, stuoie, due lenzuola, secchi di plastica, tazza, saponi (per uso personale e per gli abiti), dentifricio, spazzolino e panni di cotone per ogni famiglia beneficiaria. Questi kit sono stati dati a circa 2.700 famiglie, mentre con 20 campi medici abbiamo assistito 6.000 persone con controlli e alcuni farmaci. Ora siamo in una fase di recupero, che è molto importante perché i poveri hanno perso le colture avviate e le loro misere case sono danneggiate o distrutte. Non hanno alcun mezzo per affrontare tale situazione e richiedono prestiti a finanziatori con tassi di interesse elevati. Il governo ha fatto del suo meglio per affrontare le esigenze, ma non a sufficienza per le famiglie delle zone rurali. Una famiglia potrebbe ricevere dal Governo 6.000 rupie, ma per ottenere questa somma i poveri e gli ignoranti devono appoggiarsi a dei mediatori che pretendono 1.000-1.500 rupie per seguire la pratica. Per i primi due giorni il governo ha distribuito dei pacchi viveri, ma ora la vita per le comunità colpite è molto impegnativa e spaventosa. Potete immaginare quanto sia difficile sopravvivere in questa situazione.
Abbiamo progettato di aiutare queste famiglie durante la seconda fase con alcuni materiali per riparare la casa (lamiere), contanti per rilanciare il lavoro e sementi per la coltivazione, che potrebbero essere di grande aiuto a tali famiglie bisognose. Questa fase è veramente cruciale poiché la maggior parte dei programmi di assistenza sono già stati chiusi sia dalle ONG che dal governo.
La situazione attuale è molto difficile per i poveri delle zone rurali, ma cercano di affrontarla al meglio. Ci auguriamo solo che alcune persone buone si avvicinino per capire la situazione e cosa significa affrontarla. Saremo sempre grati al Gruppo India per la sua tempestività. Apprezziamo la vostra disponibilità ad aiutare i poveri di Purnea. Speriamo e preghiamo che ci sia qualche modo di affiancare i poveri e gli emarginati nella difficile situazione.”
Noi non possiamo lasciare inascoltato il grido di fr. Francis: c’è senz’altro modo di affiancare questi nostri fratelli. Chiediamo a tutti di contribuire alla rinascita di una zona che era già molto povera prima dell’alluvione e che rischia di veder vanificati tutti gli sforzi fatti per sollevarsi. (Progetto EMAL)