Dalla fine degli anni ‘80 le Suore della Congregazione Maestre Pie Venerini si sono attivate per fornire assistenza e istruzione ai bambini e ragazzi con gravi problemi di vista e hanno costruito due strutture: la prima è “Dipa Layam”, aperta nel 1990 a Amminikkad (Kerala); l’altra è “Jyoti Niketan” aperta l’anno successivo a Narengi (Assam). Entrambi i centri hanno un nome che si può tradurre in italiano come “casa della luce”, e ospitano complessivamente circa 80 studenti (in fondo a questa pagina, un video girato a Narengi).
In Assam, nel nord-est dell’India, i bambini e adolescenti sono sempre intorno a 60 perché quando alcuni, avendo raggiunto l’autonomia e la preparazione necessaria, escono per gli studi superiori o un lavoro adeguato alle capacità il loro posto viene occupato dai nuovi ingressi. Questi non sempre sono piccolini, ma spesso si trovano bimbi di 8-10 anni che iniziano il cammino; ecco perché nelle foto si vedono grandi e piccoli assieme… In Kerala, stato meridionale molto evoluto e più ricco, il governo ha aperto qualche scuola per i ragazzi ipovedenti, per cui quelli aiutati nel percorso dal Gruppo India sono di meno, normalmente tra i 15 e i 20. I programmi per tutte le scuole sono uguali, così il lavoro didattico è veramente intenso perché i bambini devono essere in grado di affrontare le varie prove.
Queste case (perché sono casa nel senso più vero della parola: luogo di accoglienza, di amore, di vita familiare…) accolgono i bambini sin dall’età di tre anni e fino al compimento della scuola media. I bambini che entrano in una Casa della Luce spesso non sono pronti a iniziare un processo educativo, devono prima ritrovare la fiducia in sé stessi e in chi gli sta accanto, devono rinascere alla luce della loro vita, strappandoli dalle tenebre della sofferenza vissuta nei primi anni della loro esistenza:
Il nome poetico del Centro nasconde tanta sofferenza e tanto coraggio. I bambini arrivano denutriti, sofferenti nel fisico e nel morale, occorrono tanti mesi per recuperarli a una vita serena e autonoma, perché devono superare i molti traumi subiti, anche nelle povere famiglie che non hanno mezzi per curarli. La maggior parte resta nelle povere capanne nell’abbandono e nell’ignoranza, vittime di pregiudizi (anche la malattia viene presa come un castigo di Dio) o finisce in strada a elemosinare, di molti si perdono le tracce.
In questo ambiente con l’affetto e le cure adeguate delle dieci suore e dei maestri (a loro volta ciechi), imparano a leggere e scrivere col braille, imparano a vivere con gli altri bambini e tornano sereni.
I più capaci, dopo la terza media sono inseriti e aiutati per la frequenza delle superiori. Non possiamo abbandonarli. Ma quante spese… quante preoccupazioni… quanta fiducia nella Provvidenza!
Diamo assistenza e amore ma riceviamo gioia e tanta gratitudine. Nell’assistere al recupero dei bambini, nel vederli riprendere vita, voglia di giocare, assumere atteggiamenti fraterni e aiutarsi a vicenda siamo ripagate di ogni sacrificio e ogni sofferenza.
L’ambiente è veramente casa, dove ci si ama, ci si aiuta e si impara a vivere andando fiduciosi verso il futuro.
(Suor Shyny – Narengi)
Molti di questi ragazzi mostrano fin da piccoli una spiccata attitudine per la musica e sono sollecitati a valorizzarsi, imparando a suonare non solo gli strumenti tradizionali della loro terra ma anche i più moderni; inoltre l’apprezzamento e l’incoraggiamento li aiuta a completare la loro formazione e per alcuni la musica diventerà la professione della vita. Altri trovano impiego nell’insegnamento, nell’industria o nell’artigianato, comunque indipendenti e pienamente accettati dalla società alla quale danno il proprio contributo mettendo a disposizione le abilità acquisite nella Casa della Luce.
Di recente alcuni ragazzi particolarmente dotati che hanno concluso le scuole superiori a Narengi hanno espresso il desiderio di continuare gli studi presso l’Università e per sostenerli sono state istituite apposite borse di studio di € 300 annue (vedi Borse di Studio per ragazzi non vedenti).